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Breve introduzione per coloro che non conoscono le The Breeders.
Il progetto nasce nel 1989 dall’incontro fra Kim Deal, allora bassista dei Pixies, e Tanya Donelly, chitarrista delle Throwing Muses. L’incontro avvenne durante il tour europeo dei Pixies per l’album Surfer Rosa, in apertura suonavano proprio le Throwing Muses. Ai tempi Kim Deal mal sopportava l’etichetta di semplice bassista dei Pixies, anche se molti, me compresa, la considerano la vera fondatrice del loro suono. Le due decidono di dar vita a un nuovo progetto: prendono i pezzi scritti da Kim e con l’aiuto di Carrie Bradley al violino, Carl Haarer al basso, e dell’alternanza fra tre batteristi, registrano una demo attirando subito occhi e orecchie dei discografici e della critica.
La band invia quindi una copia della demo all’etichetta indipendente inglese 4AD, che aveva prodotto appunto Pixies e Throwing Muses e che entusiasta decide di metterle sotto contratto. Finirà per produrre tutti i dischi della loro carriera. I continui cambi di formazione diverranno consuetudine nella storia delle Breeders, e Kim Deal rimarrà sempre l’unico membro fisso. Una donna sola al comando, ma che sa scegliere benissimo i suoi collaboratori.
Nel 1990, dopo qualche altro cambio di formazione, arriva il primo disco propriamente detto: Pod, che vede infatti la collaborazione di Steve Albini alla produzione. Con questo disco le Breeders si presentano come un gruppo dalla personalità già ben definita, capace di mixare generi diversi, grazie a una composizione mai prevedibile e testi di una forza per nulla scontata.
https://youtu.be/5tAaEPF3xhQ
Tre anni dopo arriva la consacrazione con Last Splash, che divenne disco di platino. Già in questi primi due dischi troviamo una quantità di perle musicali non indifferente: da Hellbound a Happiness is a Warm Gun, da Iris a Lime House, passando per Do You Love Me Now a Saints, No Aloha e Cannonball. La lista però potrebbe tranquillamente continuare.
Alla fine del lungo tour del ‘94 le Breeders, per diverse motivazioni personali, decidono di fermarsi. Si dedicheranno ai rispettivi side projects e torneranno solo nel 2002 con una nuova formazione ed un nuovo disco, il terzo, ancora una volta con la collaborazione di Albini.
Title TK riceverà però qualche recensione negativa di troppo e sarà l’unica battuta di arresto per il gruppo in ventinove anni. Rimane comunque, personalmente parlando, migliore di moltissimi dischi usciti in quell’anno, che invece ricevettero l’ovazione della critica. Stiamo parlando di un disco diverso dai precedenti, attribuibile a una Kim Deal meno incline a circondarsi di collaboratori. Quasi tutte le parti strumentali in questo disco furono infatti registrate da lei, solo lei.
Kim e sua sorella gemella Kelley (al suo fianco dal secondo disco nonostante alcuni problemi personali) non si fanno di certo abbattere, anzi, e torneranno nel 2008 con Mountain Battles. In questo caso il disco prende vita da un momento di perfetta sinergia fra loro. Per la prima volta, un disco delle Breeders non viene concepito dalla sola mente di Kim.
Nel 2013 arriva una nuova reunion: Kim e Kelley Deal vengono affiancate da Jim Macpherson alla batteria e Josephine Wiggs al basso. In questo modo, per il ventennale di “Last Splash”, si riforma la band che aveva creato un disco ora considerato fondamentale per la Storia della musica rock.
Finalmente riuniti, decidono di entrare in studio e di registrare un nuovo disco, a dieci anni di distanza dal precedente. Nell’ottobre del 2017 esce un piccolo assaggio, Wait in the Car, che rimette in discussione tutto, e ci ricorda a gran voce che qualcuno qui ha ancora qualcosa da dire. Niente è cambiato, o forse tutto. Ma cosa importa in fondo, le Breeders sono tornate.
Il 2 marzo di quest’anno è uscito All Nerve: un gran bel disco, di quelli che incitano all’ascolto dal vivo. Bello dall’inizio alla fine, traccia un perfetto ponte fra il passato e il presente, tant’è che in Howl at the Summit troverete la partecipazione di Coutney Barnett, forse oggi una delle eredi più credibili delle Breeders.
Nel cuore, Nervous Mary e Blues at the Acropolis. E ora vediamo se riesco a convincervi a non perdervi assolutamente questo concerto:
1) Tanto per cominciare le Breeders NON HANNO MAI SUONATO IN ITALIA. Quello di Ferrara sarà il loro primissimo concerto nel nostro Paese. Potete immaginare cosa significhi: sia per loro che per il pubblico, che le attende da sempre. L’atmosfera sarà decisamente carica. Promesso.
2) La produzione di alcuni dischi passati ha visto la collaborazione di Steve Albini. Sono Steve Albini approved. Per chi scrive, una garanzia.
3) Kurt Cobain disse che Pond, il loro primo album, gli cambiò la vita.
4) Kim Deal è da sempre impegnata nella lotta contro la misoginia ed il maschilismo nel mondo della musica.
Ricapitolando: martedì 5 giugno, Cortile del Castello Estense. In apertura a queste leggende del rock, i Pip Blom da Amsterdam. Dai che se non ci venite poi vi mangiate le mani!