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Diversi anni fa, durante il mio indimenticabile anno di Servizio Civile, ci mandavano ogni tanto a fare delle ore di cosiddetta formazione. Una parte di queste ore erano specifiche, a seconda del progetto che ogni volontario stava seguendo. Una parte era generale e condivisa con decine di ragazzi, e si teneva nel Centro Documentazione Alex Langer in viale Cavour. A tenere quelle lezioni di Educazione Civica c’era un omaccione con la barba, un po’ Babbo Natale e un po’ un nonno a cui vuoi subito bene, bonario e sorridente verso tutti. Una figura di riferimento per la nostra città così come in Regione e un po’ in tutta Italia.
Daniele Lugli non era solo uno dei formatori del Servizio Civile, era IL Servizio Civile fattosi carne e sceso tra noi per spiegarne l’essenza, il significato profondo di un anno ricchissimo che non poteva essere solo alternativa alla leva o lavoretto temporaneo dopo l’Università. Daniele amava raccontare la sua esperienza come obiettore di coscienza e come fondatore del Movimento Nonviolento ed era soprattutto un appassionato cittadino del mondo, una di quelle persone che ti fanno innamorare della vita e della giustizia, con un senso civico che è stato davvero di grande insegnamento per molti di noi.
Daniele Lugli ci ha lasciato poche ore fa, così all’improvviso, senza disturbare. Aveva un blog sul sito di Azione Nonviolenta e appena due giorni fa scriveva un simpatico “iodiario”, un diario di piccoli e semplici appunti annotati in riva al mare, lui che ha avuto la fortuna di andarci già in primavera, quando ancora non c’è troppa folla. Poche parole sempre dotate di ironia che si leggono qui. Lo stesso giorno mi scriveva un breve messaggio di auguri di compleanno, e ho pensato ma guarda che gentile Daniele, a prendersi il disturbo.
Ironico e istrionico a suo modo senza mai essere volgare, Daniele è stato un abile e coltissimo oratore, da sempre impegnato a difesa dei più deboli e in strada in nome dei diritti umani come costruttore di pace e di ponti tra le persone. Amico e collaboratore di Aldo Capitini con cui ha fondato nel 1962 il Movimento Nonviolento, sarà poi al fianco di Pietro Pinna nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. Ma dalle nostre parti ha ricoperto tanti altri incarichi, spesso guidati proprio da quella passione per la politica e l’impegno civile: funzionario, assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali e in ultimo Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013.
Daniele era quel volto che non mancava mai in piazza, ad un sit-in, ad una conferenza su temi sociali come relatore oppure nel pubblico, ad una mostra d’arte dei suoi tanti amici artisti. Era un punto di riferimento e un volto sempre sorridente in ogni avversità, che mancherà a molti ma il cui esempio risuonerà ancora a lungo per le nostre strade.
Per favore non intitoliamogli soltanto una targa o una sala di qualche biblioteca nascosta: una piazza o una via saranno sicuro il modo migliore per rendergli omaggio e lasciare che i più giovani passino in bicicletta rivolgendogli un pensiero affettuoso.