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Ci sono persone che non conosci davvero, ma incontri tutti i giorni e fanno parte del tuo quotidiano persino più degli amici cari, che quando la vita prende il sopravvento finisci per vedere sempre di meno. Persone che sai che appartengono alla tua città, che vivono gli stessi spazi, hanno i tuoi interessi e capita dunque di incrociarli negli stessi contesti: gli appassionati di musica, di libri, di mostre, di sport, di cucina, di politica. Per ognuno di questi ambiti sai chi condivide quell’interesse con te: sai già chi troverai al concerto in piazza, chi ti aspetta in curva alla SPAL, chi non mancherà nessuna mostra ai Diamanti.
Ferrara è una piccola città, a volte la chiamiamo con disprezzo “paesone” ma è un modo affettuoso per dire che ci conosciamo tutti, che insomma le persone che incontri in giro nei posti che frequenti sono sempre le stesse e di riffa o di raffa finisci per sapere tutto di loro.
La Ferrara culturale, quella di inaugurazioni, conferenze, incontri, dibattiti ma anche proiezioni, concerti, presentazioni, è popolata quasi sempre da giornalisti, fotografi, addetti alla comunicazione, un buon numero di pensionati che non devono timbrare il cartellino in ufficio e possono godere della vastissima offerta di eventi quotidiani.
In questo girotondo di anime una in particolare non mancava mai a nessun appuntamento, non faceva mancare la sua presenza attenta e puntuale, presentandosi in giacca, elegante e rispettoso, che fosse una piccola mostra di un artista esordiente con una decina di presenti oppure la prima della stagione di Opera al Comunale. Gianluca Facci era per tutti “Il Ragioniere”, e quando ti chiamano così significa che sei un Numero Uno, che hai già un posto nella Storia e nell’immaginario di una città, che sei punto di riferimento, personaggio, influencer ante litteram. Anche se il Ragioniere era certo figura del tutto opposta al poser tutto selfie da Tik Tok: lui al limite compariva sui social degli altri, grazie alle persone che ogni giorno avevano il piacere di scambiare due chiacchiere con lui sugli argomenti più disparati. Tutti abbiamo incontrato il Ragioniere, tutti avevamo qualche passione in comune con lui, tutti lo conoscevamo e lo piangiamo oggi perché ci sembra venga a mancare un pezzo della città che conosciamo, quella gentile e garbata che più ci piace.
Figura coltissima il nostro Ragioniere, si interessava di tutto, dal cinema al teatro, dall’arte ai libri di cui era collezionista attento. Era nato a Ferrara nel 1969 perché il nonno calabrese, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio a Fiume, arrivò nel nostro territorio in seguito alle persecuzioni del governo di Tito sulla popolazione italiana. Il padre in città fu un apprezzato sarto e la madre casalinga, lui dopo anni di lavoro in Comune e alle Poste, impiegava un po’ del suo tempo per gli ultimi, prestando servizio alla Caritas diocesana, quando non era al ristorante Cappelli dove quasi aveva una seconda casa.
Un personaggio d’altri tempi, un presenzialista adorabile ed educato, di quelli che tutti aspettano per dare il via ufficiale ad ogni evento, perché senza di lui non vale mica, quelli che quando arrivano “ora si può cominciare”. Qualche anno fa lo avevamo intervistato sulle pagine di Listone Mag: si prestò ad essere ritratto da Giacomo Brini in varie location cittadine e a raccontare un po’ della sua vita ad un Giuseppe Malaspina attento e sensibile. Sapeva di essere popolare e apprezzava le attenzioni di un’intervista tutta per lui, almeno per una volta, pur restando persona schiva e morigerata nello stile di vita. “È opportuno distinguere fra famoso, popolare e noto. Io mi definirei semplicemente una persona nota” aveva detto.
Il Ragioniere era il nostro lettore ideale, una persona curiosa e attenta alla comunità che lo circondava, desiderosa di saperne di più, di esserci dove e quando poteva, per cibarsi di Cultura. Un lettore ma anche un giornalista ad honorem, perché la sua sete di partecipazione partiva a monte, dalle conferenze stampa, dalle presentazioni solitamente riservate agli addetti ai lavori, dove era sempre il benvenuto.
In una società dove partecipazione è sempre più sinonimo di “postare una foto per far vedere che c’ero”, mancheranno molto persone con l’entusiasmo del Ragioniere, con quella voglia onesta e altissima di Partecipazione, di esserci non per farsi vedere da qualcuno ma per pura e semplice passione.
«La mia giornata tipo? Comincia dalla sera prima. Guardo con cura le iniziative che sono in programma la mattina dopo. Mi costruisco quindi meticolosamente una sorta di scaletta che incastri più eventi. E quando mi alzo so già cosa fare, le cose che andrò a vedere. Una pignoleria che, in un certo senso, ho ereditato da mio papà».