24 Maggio 2019

Boldini Segna: gli studenti di Barco raccontano la moda attraverso la Lingua dei Segni

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Boldini Segna è un progetto di comunicazione alternativa, che indaga le possibilità espressive del segno in relazione alla mostra Boldini e la moda, ancora per pochi giorni visitabile a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Attraverso un percorso performativo gli alunni della classe 2G dell’Istituto Comprensivo 6 Cosmè Tura, della Scuola secondaria di primo grado “Ferruccio Mazza” di Barco, sono arrivati a sintetizzare in un segno le parole chiave dell’esposizione, fermato poi in una serie di scatti che nel montaggio diventano un’opera originale, capace di presentare l’opera di Boldini sotto una prospettiva nuova.

In cosa consiste il progetto?
Il progetto Boldini segna nasce dalla voglia di utilizzare l’arte come strumento di inclusione – raccontano le organizzatrici Silvia Meneghini e Tiziana Di Girolamo – uno spazio relazionale comunicativo e di pensiero, in cui tutti gli alunni possono partecipare utilizzando le regole di un’altra lingua, che per natura differisce da quella vocale.
La Lingua dei Segni (per questo progetto abbiamo utilizzato segni italiani) è un codice visivo-gestuale, in uso presso le diverse comunità sorde del mondo, un sistema di simboli e di regole grammaticali che, come in tutte le lingue, possono mutare col tempo. Trasformare un gesto in segno significa fornire uno strumento comunicativo preciso, sistematico e altamente strutturato, che permette di esercitare e mettere in campo molteplici aspetti del sé corporeo per trasmettere e ricevere i contenuti del pensiero.

Gli alunni udenti della 2G hanno così imparato a produrre, rispettandone i parametri linguistici, 15 segni sotto la supervisione attenta di una di loro, sorda madrelingua Lis (Lingua Italiana dei Segni). I segni utilizzati sono stati attentamente scelti dall’alunna sorda in base alla resa dei parametri in foto, poiché, essendo il movimento un parametro fondamentale nella loro produzione, il rappresentarli attraverso una immagine statica sarebbe potuto essere un limite dal punto di vista dell’intelligibilità.

Le lezioni si sono svolte una volta alla settimana, per un totale di dieci ore, comprensive della visita animata alla mostra “Boldini e la moda”, del set fotografico e della performance finale.

Tulle

Come mai l’idea di utilizzare dei segni in relazione ad un percorso espositivo sulla moda a cavallo tra ‘800 e ‘900?
Le pose che hanno i meravigliosi protagonisti delle opere di Boldini ci raccontano un’epoca che sembra lontana, dove l’eleganza dei gesti era ricercata e finalizzata a trasmettere allo spettatore i valori di un mondo all’avanguardia. Studiare, analizzare e ripetere le pose dei modelli ha permesso agli alunni di confrontarsi con il periodo storico di Boldini, vivendolo direttamente. Le parole chiave della mostra sono poi diventate segni, raffinati e potenti come le opere dell’artista.

Parigi

Qual è la sintesi di questo progetto e dove sarà divulgato pubblicamente?
L’entusiasmo della classe e la passione dei docenti e dei professionisti che hanno collaborato al progetto hanno fatto si che da una piccola idea sia nata una grande opera, prima fotografica poi montata in due video già on line sul sito del Palazzo dei Diamanti e presto sulle pagine Instagram palazzodiamanti e mydiary_artschool

Boldini Segna è un progetto di Tiziana Di Girolamo e Silvia Meneghini, con la preziosa collaborazione di Lucia Guandalini, Claudia Baldassarra, Rossella Merighi e Diego Fabbri. Ricerca linguistica a cura dell’alunna Viola Chiapatti. Le immagini compaiono per gentile concessione delle autrici.

Luci