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I più giovani tra i nostri lettori forse non lo ricordano perché come il sottoscritto non erano nemmeno nati, o hanno forse sentito racconti in merito da qualche parente o conoscente, da qualche fortunato che all’epoca non solo c’era ma ha avuto la fortuna di assistere ad una mostra più unica che rara. Andy Warhol che espone in una città di provincia come Ferrara era già di per sé una grande notizia per l’epoca, ancora di più la sua presenza all’inaugurazione durante un breve soggiorno in Italia. La mostra si tenne nell’autunno del 1975 a Palazzo dei Diamanti, organizzata dall’allora direttore Franco Farina, al quale si devono numerose mostre di grande successo nel corso della sua gestione, tra le quali quelle di Guttuso, De Chirico, Rauschenberg, Dalì, Miro, Chagall.
Andy Warhol arrivò in pompa magna su un jet privato dell’Avvocato Agnelli, partecipò all’inaugurazione della sua personale mostra nella piccola Ferrara in un periodo in cui era senz’altro un personaggio di fama mondiale ma già in fase discendente rispetto la popolarità avuta nel decennio precedente. A seguito di un attentato di una folle nella sua Factory newyorchese, Warhol si mostrava meno in pubblico ed anche la sua produzione ne aveva risentito, anche se appartengono agli Anni Settanta capolavori quale la serie di Mao Tse Tung e sempre in quel periodo nacquero progetti importanti quali il libro The Philosophy of Andy Warhol e il magazine Interview.
Non era noto a tutti in città, forse più che altro agli “addetti ai lavori”: l’esplosione di popolarità di Warhol si ebbe in tempi più recenti quando l’opinione pubblica iniziò a scandalizzarsi meno di fronte alla scelta delle opere da esporre, spesso ardita. In quel 1975 però portare Warhol a Ferrara insieme ai suoi pannelli con travestiti di colore non ebbe praticamente costi per l’amministrazione comunale, che accettò di buon grado sfruttando l’abilità e le conoscenze di Farina.
Chi ebbe la fortuna di conoscerlo lo ricorda come un tipo schivo e riservato ma al contempo senz’altro eccentrico e geniale nel suo rappresentare i costumi e le ossessioni di un mondo in grandissimo fermento come doveva essere la società americana del dopoguerra. Tra di essi anche Giorgio Moretti, da quarant’anni proprietario del Ristorante La Provvidenza al termine di Corso Ercole I d’Este, che ospitò Warhol in un pranzo memorabile in occasione del vernissage ai Diamanti. Esistono diverse fotografie del suo breve soggiorno in città, del fotografo romano Dino Pedriali, che ebbe la fortuna di seguire Warhol in momenti anche privati, proprio tra Palazzo dei Diamanti, l’Hotel Astra dove alloggiò e il Ristorante La Provvidenza.
Foto di Dino Pedriali, tratte dal volume “Andy Warhol”, testi di Giancarlo Salzano, Magma editrice
Ricorda Moretti che l’artista newyorchese volle autografare una locandina della mostra da lasciargli in omaggio, conservata ancora oggi gelosamente dal ristoratore in quello che è diventato un piccolo tempio di Warhol a Ferrara. Nel suo locale sono esposti una Marylin nera e un ritratto di Man Ray del genio della Pop Art, oltre a numerose stampe della serie Ladies and Gentleman che Moretti acquistò proprio in occasione della mostra ferrarese, che oggi hanno acquisito un certo valore con il tempo. “Si dimostrò un vero gentiluomo – ricorda Moretti – e invitò il Maestro Farina e il sottoscritto a New York nella sua Factory per ricambiare l’ospitalità. Ci andammo l’autunno seguente, per qualche giorno, ed ebbi occasione di visitare questo celebre luogo (l’edificio in questione è la Factory di Brodway in uso in quegli anni, oggi completamente rifatta ed irriconoscibile, Warhol ne ebbe almeno 5 diverse nel corso degli anni, chiamate indistintamente “factory” ndr).
Ormai la memoria mi inganna, ma ricordo che c’era una specie di discoteca al pian terreno, un gran viavai di persone che andavano e venivano, collaboratori forse, altri artisti che gravitavano intorno a Warhol. Era un open space ma lo studio di Andy era una stanzetta privata, ci entrammo solo io, Farina e Giorgio Cattani. Da quel posto incredibile tornai a casa con una delle sue famose Marylin, monocromatica, il mio quadro preferito tra i tanti che negli anni ho collezionato.”
Due giorni dopo l’inaugurazione, racconta sempre Moretti, lo raggiunse a Ferrara la cantante Liza Minnelli, con la quale si recò nuovamente in visita alla mostra e che si trattenne qualche giorno con lui. La seconda tappa del suo viaggio in Italia prevedeva una rapida visita a Roma per un’altra mostra a lui dedicata. Non fu quella l’ultima volta in cui Warhol venne nel Belpaese: ci tornò nel 1987, per una mostra a Milano dove venne esposta la nota Ultima cena che faceva il verso al capolavoro di Leonardo, proprio pochi giorni prima della sua morte, avvenuta a sorpresa per complicanze di un semplice intervento alla cistifellea.
Negli anni altre mostre sono state allestite a Ferrara con opere di Warhol, tra cui quelle esposte ai Diamanti nel 1975 e che molti ferraresi ricordano con affetto o possiedono in collezioni private. Proprio in collaborazione con il Ristorante La Provvidenza e su concessione del Sig. Moretti, Slam Jam riproporrà la serie Ladies and gentleman che venne esposta nel 1975 a Palazzo dei Diamanti, nell’esclusiva cornice dello store di Via Canonica, in una mostra evento che inaugura il 23 aprile prossimo alle 18.30. Ritratti di drag queen, idoli affascinanti del mondo notturno, sguardi di maschere golose rilevate da un flash complice, tra colori splendidamente eighties e sempre attualissimi, interagiranno in uno spazio inconsueto per l’arte contemporanea con l’abbigliamento e i muri bianchi e luminosi dello store Slam Jam. Il fascino del pop non è mai morto, lo sguardo curioso e brillante di Warhol ancora oggi attrae e seduce generazioni su generazioni rinnovando quel fil rouge che lega questo eclettico artista alla città di Ferrara.