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Lei si avvicina al lettino di lui che le sorride, la accarezza velocemente e poi le mette una mano dentro le mutandine. Lei non sembra sorpresa, ricambia il sorriso, gli dà un bacio e prosegue verso il bagnasciuga senza dire una parola. La moglie di lui dorme nel lettino a fianco.
Quando più tardi lui va a fare il bagno, si alza e va verso la riva a braccetto con la moglie un po’ claudicante. Nello stesso momento, due ombrelloni più indietro, lei si alza e li segue poco distante. In acqua starà a pochi metri da loro, scambiando con lui fugaci sorrisi in silenzio. Mezz’ora dopo lui riaccompagna la moglie fino al lettino e con una scusa si allontana di nuovo. Sul bagnasciuga approccia di nuovo lei, si parlano, sorridono, parte qualche carezza veloce, lontano da sguardi indiscreti.
Nel pomeriggio lui è seduto a fare le parole crociate con il lettino rivolto verso di lei, che a pancia in giù prende il sole sulla schiena e a distanza gli sorride civettuola. Ammiccano, fanno smorfie. Una sembra dire dopo, un’altra aumma aumma. La moglie è sveglia ma parla al telefono a gran voce con un’amica e sembra non accorgersi. Serve un diversivo: lui fa cenno a lei con un rapido gesto. Caffè? Lei si alza al volo felice e parte dal suo lettino, lui dal suo, si incontrano sulla passerella centrale a pochi metri dalla moglie che sembra sempre guardare altrove. Non coglie o non vuole cogliere?
I due amanti proseguono verso il bar, per un attimo lei lo abbraccia timidamente e poi ritrae la mano che non si sa mai. Sorridono, chiacchierano, in fondo non curandosi degli sguardi di mezza spiaggia che ogni giorno assiste a scene simili. Tornano dopo pochi minuti prendendo direzioni diverse, quando sono già a pochi metri dai rispettivi lettini. Difficile non notarli: in quel momento sono gli unici in piedi tra gli ombrelloni del Bagno Paperella.
Lui, Carlo, è sulla settantina, capelli argentati folti e lisci, carnagione scura, un po’ appesantito dagli anni in un ristrettissimo costume nero. Lei, Antonia, almeno dieci anni più giovane, quasi diafana nonostante i giorni al mare, morbida nelle forme non particolarmente aggraziate. Sarà forse per quel costume rosa scolorito che non le dona affatto o per i capelli raccolti in due treccine castane da ragazzina, così insolite per la sua età. Certo molto diversa dalla moglie di lui, bionda e giunonica, che è ancora al telefono e a questo punto forse è un espediente per dissimulare. Magari parla di Carlo con l’amica, forse sa tutto e le va bene lo stesso. A casa era sempre giù di morale ultimamente, portarlo in vacanza ai Lidi di Comacchio è stata una buona idea, lo sta facendo davvero rinascere. Starà sicuramente dicendo qualcosa del genere, ma ha visto tutto.
Il giorno dopo la scena si ripete quasi uguale, seguendo un copione che probabilmente va avanti da qualche tempo, ma Antonia nel frattempo ha chiesto al bagnino una posizione più consona ai suoi affari. Si è trasferita nel lettino subito dietro alla coppia, così da poter praticamente guardare negli occhi Carlo senza che nulla possa ostacolare la loro romantica corrispondenza amorosa. Ora che sono vicini è immediatamente chiaro che alloggino nel medesimo hotel: l’asciugamano sui lettini è lo stesso, forse la sera tra i corridoi e il ristorante c’è un seguito a questa relazione clandestina da spiaggia?
Sono già le undici e Antonia ha bisogno di spalmare la crema. Per non rischiare si presenta alle spalle del lettino di lui, che allungando una mano senza voltarsi provvede al massaggio cercando di non dare troppo nell’occhio, in fondo la moglie è proprio li davanti, solo girata dall’altra parte a prendere il sole. Poi per Carlo è lo stesso copione di ogni giorno: il bagno in mare accompagnando la moglie, Antonia dietro poco distante, di nuovo gesti e parole accennate per non farsi scoprire. La consorte di nuovo distratta, assente, sembra non voler vedere quello che succede sotto al suo naso.
Al bar intanto li conoscono tutti, devono aver notato il viavai continuo e le effusioni malcelate dei due amanti, che un po’ scherzano con il fuoco oppure amano il rischio. È già passato il Maiale? – sghignazza il barista. La collega non li ha ancora visti: no, è presto, di solito arriva verso mezzogiorno!
Nel pomeriggio per sparigliare un po’ le carte Carlo parla con Antonia e la moglie insieme. Lei si sarà presentata come una qualunque vicina di ombrellone e ora sembrano conversare piacevolmente. Ridono perfino. Dunque lei sa tutto? Un gioco a tre? Ma no, in fondo è solo una vicina capitata per caso, un’occasionale del weekend con cui il marito sta chiacchierando in modo cortese. Ma la conversazione si interrompe di colpo e Carlo di nuovo si alza con qualche scusa per andare al bar. Antonia parte quasi in contemporanea, si allontanano seguendo percorsi diversi e incontrandosi pochi metri dopo, mentre la moglie rimane sola a prendere il sole. Non una piega.
Quando è ora di andare a casa lui si riveste, prende le sue cose e attende che la moglie sia pronta. Antonia come un soldatino scatta in piedi e in contemporanea si prepara a seguirli come ogni volta verso l’albergo, a leggera distanza, in silenzio e con discrezione. Carlo porge il braccio alla compagna di una vita, con pazienza e compassione, l’accompagna piano piano verso la passerella centrale, il sole è ormai basso. La moglie senza occhiali da sole forse per la prima volta passa al mio fianco e finalmente la vedo da vicino: movimenti prudenti, sguardo assente, fisso nel vuoto.
D’un tratto tutto diventa chiaro, almeno a me: incrocio lo sguardo di Carlo che sorride sornione e procede verso l’uscita dello stabilimento. Antonia segue a pochi passi, si avvicina da dietro alla coppia, lui le allunga la mano libera mentre con l’altra accompagna la moglie affinché non inciampi.
Anche quest’anno la vacanza al mare del Maiale si era rivelata soddisfacente. In fondo la malattia della moglie aveva anche i suoi risvolti positivi.