Torna agli Articoli
Il 21 aprile scorso, in piena noia da lockdown, Martina scrive su Facebook:
Ho preso in mano ago e filo. Le cose che faccio le metto qui. Seguitemi! (se vi va)
Fino a qui niente di strano, non fosse che invece di mettersi a rammendare calzini o dedicarsi al punto e croce Martina ha iniziato a ricamare sopra vecchie foto e cartoline. Un’operazione nostalgia che dona nuova vita a foto vintage già molto suggestive, ma che abbinate ai fili colorati di cotone si riempiono di nuovi significati diventando micromondi ultrapop. Gli abbinamenti sono divertenti, azzeccati ed estremamente poetici, al punto che dopo appena pochi mesi diventeranno una mostra in occasione di Interno Verde 2020, al centro Documentazione Donna di Ferrara.
Il cognome di Martina, Buiat, tradisce origini friulane, ma dai tempi dell’università vive tra la nebbia di Ferrara, dove ha studiato Fisica, e la dotta Bologna, dove lavora al Museo del Patrimonio Industriale.
“Sono nata sul mare, a Trieste, ed ho vissuto in un piccolo paese della Bassa Friulana, Aiello del Friuli, finché non mi sono iscritta all’Università di Ferrara, città che non ho più lasciato. Sono un fisico e faccio un lavoro che amo moltissimo, la divulgatrice scientifica. In particolare conduco laboratori didattici e visite guidate”.
Durante la quarantena Martina ha iniziato a lavorare con quello che aveva a disposizione, per passare il tempo. Le sue creazioni sono raccolte in una pagina Instagram che si chiama La Mamola.
“Significa ragazza in gradese. Grado è una splendida cittadina sul mare, e mia madre è nata lì. È un luogo con il quale ho un forte legame e che durante la quarantena mi è mancato moltissimo. È stato per questo che ho scelto di chiamarmi così. Ho cominciato a fare lunghe ricerche online e, quando finalmente sono ripartiti i mercatini dell’antiquariato, mi sono letteralmente immersa in queste scatole piene di foto e cartoline antiche finché non ne trovavo qualcuna che mi colpiva.”
Il criterio per scegliere quali foto utilizzare per le sue creazioni inizialmente è stato abbastanza vario: “delle foto amo gli sguardi, i sorrisi, gli abiti – racconta Martina – poi le giro e scopro delle dediche bellissime scritte con una grafia che non si vede più e ne sono conquistata. Nelle cartoline cerco spesso il mare, ma per selezionare il prossimo pezzo che ricamerò mi lascio sempre guidare dalla pancia. Sono capace di stare ore a fissare le foto che ho a disposizione prima di sceglierne uno!”
Sul suo account Instagram ha scritto: “qui quello che produce il mio emisfero destro”. Perché da un lato vive il suo lato pragmatico, gli studi in fisica e la passione per la divulgazione scientifica, dall’altro il lato artistico che l’ha portata negli anni a suonare, cantare, dipingere e adesso a ricamare. Con una nonna sarta, e una madre molto abile nell’arte del tombolo, forse l’amore per il filo è stato qualcosa di ereditario… Ed essere intervistata da un magazine della sua città adottiva che si chiama proprio Filo è solo una coincidenza divertente, uno strano scherzo del destino.
Da quando esiste Martina non ha perso un’edizione di Interno verde. Così il suo progetto ha finito per incrociare le sorti del festival. “Molte foto e cartoline ricamate le custodivo con cura in due scatole di latta. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di “dare loro aria”, ed ho cominciato a pensare ad un luogo adatto per esporle. Poiché spesso ricamo fiori o scelgo cartoline con paesaggi, mi è venuto subito in mente uno spazio verde, all’aperto, un giardino. E quale migliore occasione se non Interno Verde? Così è nato Clorofili. Il nome lo devo ad Annalisa, una mia cara amica e collega. Così ho contattato i ragazzi de ilturco, che sono stati fin da subito entusiasti del mio lavoro e si sono messi in moto per trovare il giardino adatto. Colgo l’occasione per ringraziare in particolare Licia Vignotto e Giulia Nascimbeni per avermi dato questa opportunità e Giulia Ciarpaglini, direttrice della biblioteca del Centro Documentazione Donna, dove terrò la mostra.”
Clorofili sarà visitabile soltanto per due giorni, nel giardino del Centro Documentazione Donna il 12 e 13 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
L’autrice sarà presente, per chi volesse fare una chiacchierata insieme.
Sarà la sua prima esposizione pubblica e Martina è molto emozionata, racconta: “spero che chi passerà rimanga incuriosito dai volti di un tempo che ho trovato nelle foto, faccia un tuffo nel passato e ritrovi la poesia che mi ha spinto a riportarle in vita con il ricamo. In Clorofili ho cercato di raccogliere le immagini di giardini di un tempo. Sono molte le foto posate che venivano eseguite in giardino, oltre che in studio e poi c’è una sezione dedicata alle cartoline di Ferrara, raffiguranti non solo Castello e Palazzo Diamanti, ma anche le due torri del grattacielo, che si ritrovano spesso nelle cartoline degli anni ’60.
LINK: https://www.instagram.com/la.mamola