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È un giorno importante per Ferrara: da oggi l’intero Palazzo Schifanoia torna ad essere visitabile dopo la lunga chiusura in seguito al sisma del 2012. Palazzo che già da alcuni mesi è stato rinominato in Museo perché di fatto il luogo che oggi ospita la vastissima collezione esposta è qualcosa di molto di più di un semplice palazzo: il percorso espositivo è completamente nuovo, così come lo sono gli allestimenti e le informazioni a corredo, frutto di un lavoro intelligente, moderno e rispettoso degli spazi e dei materiali esistenti.
Dopo la riapertura del Salone dei Mesi nel giugno 2020 e l’inaugurazione dell’ala quattrocentesca o borsiana a maggio 2021 (qui il nostro articolo e la gallery fotografica), il lavoro di restauro si completa oggi con l’apertura della porzione di edificio fatta costruire alla fine del Trecento da Alberto d’Este. Un’ala erroneamente definita fino ad oggi trecentesca, ma risalente in realtà al 1391, da oggi ufficialmente denominata “ala albertiana”.
Le stanze di questa parte del Palazzo, che alcuni ricorderanno essere corredate da balconate sorrette da strutture di ferro dipinte di rosso, hanno mutato radicalmente il loro aspetto per agevolare da un lato l’esposizione delle collezioni civiche, ora completamente riorganizzate, dall’altro il racconto dell’evoluzione dell’antica delizia. Un gioco sapiente di quinte in ferro battuto – progettate dagli architetti Filippo Govoni e Federico Orsini di QB Atelier – accompagnano il visitatore nella fruizione dei materiali esposti, creando piccoli ambienti dalle luci raccolte, ma lasciando intravedere il palazzo all’interno del quale si trovano, impreziosendo senza stravolgere. Le teche sono spazi aperti, gli oggetti sembrano sospesi in aria, in un gioco continuo di pieni e vuoti che affascina e che già aveva stupito durante la presentazione dell’ala borsiana nel maggio scorso. Le luci sono protagoniste dell’allestimento, integrate per far risaltare ed emozionare, ma non mancano anche videomapping, video e ricostruzioni in 3D per raccontare la storia di Schifanoia riguardo tutto ciò che oggi non è più possibile vedere.
Nel complesso ora sono ben 21 le sale da visitare, 1400 i metri quadri di percorso espositivo, circa 250 le opere da contemplare. Il tutto con un costo dei lavori complessivo di 400.000 euro, piuttosto contenuto se rapportato ad altri allestimenti museali o di mostre temporanee, nonostante le dimensioni finali siano davvero importanti. C’è anche un nuovo logo del museo, sobrio ed essenziale, e tutto il materiale di comunicazione che accompagna la visita è facilmente fruibile e ben calibrato, degno di un museo contemporaneo europeo.
Il Museo Schifanoia in versione 2.0 non si limiterà solo ad esporre ma cerca la dinamica del racconto, mirando a custodire e ad emozionare, proponendo al visitatore di guardare con gli occhi della modernità il patrimonio storico ed artistico civico. Scaricando l’apposita app MIX-AR eXperience, sviluppata a Ferrara da Tryeco 2.0, si potrà accompagnare il percorso di visita con la realtà aumentata: inquadrando le varie raffigurazioni del Salone dei Mesi ma anche i pannelli informativi in tutto il Museo si potranno ricevere a video contenuti aggiuntivi per rendere l’esperienza più immersiva.
La visita sarà un viaggio a tappe che prende avvio dal contesto urbano di Schifanoia, letto sin da subito in parallelo con la storia delle collezionismo che ha portato alla nascita del Museo Civico nel Settecento; si sviluppa attorno al tema fondamentale delle ceramiche di raccolta e di scavo come testimonianza della vita quotidiana degli Este nella delizia di via Scandiana; per poi incontrare la figura straordinaria di Leonello, il raffinato principe, che segna la nascita dell’umanesimo a Ferrara nel Quattrocento.
Al nuovo allestimento dell’ala di Alberto di palazzo Schifanoia si accede alla sinistra dell’ingresso principale di via Scandiana 23. Un maxischermo introduttivo conduce i visitatori alla scoperta della storia dell’antica delizia estense, tra addizioni e sottrazioni, fino ai giorni nostri. Da qui la visita prosegue con la celebre pianta di Andrea Bolzoni e la rielaborazione ottocentesca di Filippo Borgatti della città all’alba della devoluzione, per collocare Schifanoia nel tessuto urbano. Qui si raccontano anche le origini del Museo Civico, il cui nucleo più antico risale al XVIII secolo, originariamente collocato a palazzo Paradiso. Nelle sale successive si possono ammirare, tra le altre cose, le: ceramiche di Giovanni Pasetti acquisite dal museo nel 1935. Vi si trovano boccali, sottocoppe, mattonelle, ciotole, pentole, brocche, piatti finemente decorati risalenti al XV-XVI secolo, oltre al manoscritto dello stesso Pasetti, ‘ceramiche del ducato’.
Sala Leonello d’Este espone poi i cofanetti decorati in osso e pastiglia di fine XIV e metà XV secolo. Particolarmente suggestivo quello donato dalla famiglia Brunello, risalente ai primi anni del 500, con storie di miti ed eroi romani.
E poi: il foglio del breviario di Leonello, le fusioni opera di Pisanello e il raffinato polittico in alabastro con le storie della passione di Cristo, di maestranza inglese e risalente alla prima metà del XV secolo.
Giunti a questo punto si sale, ammirando i frammenti affrescati alle pareti. Nella sala dei Busti è esposto il Corale Olivetano di Guiniforte Solari di inizio 1400. Ancora: la stanza di Leonello è dominata dal motivo Trecentesco della bifora. Nei locali attigui disegni e le ricostruzioni preparano alla visita del Salone dei mesi, anche con disegni a firma di Giuseppe Mazzolani e risalenti a fine 1800. Si sale nel Salone dei Mesi per poi accedere, da qui, alle sale Quattrocentesche inaugurate a maggio di quest’anno.
Il grandioso capolavoro del Rinascimento estense dedicato ai Mesi, rinato grazie alla nuova e magica illuminazione inaugurata lo scorso anno, accoglie il visitatore introducendolo, nelle sale successive, al cospetto delle opere dell’età di Borso, di Ercole I e dei duchi cinquecenteschi. Scendendo nei nuovi ambienti del museo il percorso prosegue con l’età della Devoluzione, della Ferrara barocca e della grande pittura sacra. La visita si conclude laddove tutto è iniziato: con le stanze dedicate al cardinale Gian Maria Riminaldi, padre spirituale del Museo Civico, che nel Settecento immaginò un museo “didattico” per la città ricco di oggetti e testimonianze del passato.
Il nuovo Museo Schifanoia spazia dunque dalla miniatura del XV secolo (Matteo de’ Pasti e Guglielmo Giraldi) alla scultura del Quattrocento (Niccolò Baroncelli, Domenico di Paris, Sperandio Savelli) e del Settecento (Antonio Canova), dalla pittura rinascimentale del Salone a quella naturalistica e barocca (Carlo Bononi, Scarsellino, Giuseppe Caletti), dalle ceramiche graffite di età estense alle medaglie umanistiche (Pisanello) fino ai conii e ai punzoni pontifici. E tanto altro ancora: una storia a più voci che racconta, attraverso la pluralità delle tecniche artistiche e dei linguaggi espositivi, la bellezza e la ricchezza del museo civico più importante della città di Ferrara.
INFO:
Museo Schifanoia
Aperto da martedì a domenica: 10 – 19 (chiuso il lunedì). La biglietteria chiude alle 18.
Accessibilità: è presente un ascensore il cui utilizzo è riservato alle persone con ridotta capacità motoria.
Green Pass obbligatorio.